Manipolazione fasciale

Che cosa è la manipolazione fasciale?

La manipolazione fasciale consiste in una serie di stimolazioni della fascia connettivale superficiale o profonda, ovvero la guaina di tessuto connettivo che riveste ogni struttura corporea (muscoli, organi, tendini…). E’ una tecnica utilizzata con successo per il trattamento di disturbi osteoarticolari, risentimenti muscolari, disfunzioni viscerali. In questo tipo di trattamento il terapista manipola il tessuto fasciale mediante l’utilizzo di polpastrelli, nocche e gomiti con l’obiettivo di ripristinarne la fluidità, rimuovendo alterazioni, aderenze e tensioni, concentrandosi su punti strategici che individua attraverso un’accurata anamnesi e una palpazione del paziente.

 

Su quali principi agisce la manipolazione fasciale?

L’attrito generato dalla manipolazione determina un aumento della temperatura endogena della zona trattata fino a 42 °C, innescando così una sorta di reazione infiammatoria localizzata che scioglie le molecole di acido ialuronico responsabili della densificazione fasciale. Aggregandosi in grossi agglomerati, infatti, queste molecole tendono a respingere l’acqua: una volta disgregate, grazie alla manipolazione, tali molecole tornano ad essere idrofile, ripristinando la fluidità del tessuto e permettendo ai diversi strati di tornare a scorrere l’uno sull’altro.

 

A cosa sono dovute le aderenze fasciali?

Le cause possibili delle aderenze fasciali sono molteplici:

  1. interventi chirurgici
  2. traumi e infortuni
  3. posture scorrette
  4. disturbi viscerali
  5. stress e stati ansiosi

In generale, condizioni di immobilità (si pensi ad esempio al post-chirurgico o alla fase post-traumatica), di scarso movimento (lavoro sedentario) e di tensione emotiva favoriscano la comparsa di questa disfunzione connettivale e la necessità di un trattamento mirato di questo tipo.

 

In quali condizioni è indicata la manipolazione fasciale?

  1. Post chirurgia: per esempio, in seguito a ricostruzione della cuffia dei rotatori, protesi inversa di spalla, protesi d’anca, protesi di ginocchio, ricostruzione LCA, interventi di vario tipo non legati a disturbi muscolo-scheletrici. Ogni intervento provoca fibrosità tissutale e tensioni in sede: prima di passare alla riabilitazione motoria, è utile che i pazienti operati si sottopongano a trattamento fasciale. La rimozione delle aderenze e la conseguente riduzione del dolore, infatti, incide positivamente sulla fase di recupero successiva in palestra, rendendola più gradevole e rapida.
  2. Immobilizzazione con gessi o tutori conseguente a traumi: fratture, lussazioni, sublussazioni, distorsioni importanti.
  3. Neuropatie periferiche: tunnel carpale, sciatalgie ecc.
  4. Disturbi muscolo-scheletrici (cervicalgia, lombalgia) in pazienti che soffrono di depressione, stress, ansia.
  5. Disturbi viscerali cronici (reflusso gastroesofageo, gastriti, cistiti, emicrania, cefalea…): le tensioni generate da disturbi muscolo-scheletrici, trattati attraverso la manipolazione fasciale, possono alimentare il problema o addirittura esserne la causa.

 

Quali sono gli effetti della manipolazione fasciale?

  1. Riduzione del dolore: la regressione della sintomatologia dolorosa che segue al trattamento di punti strategici è fra gli effetti più evidenti della manipolazione fasciale.
  2. Recupero del ROM, ovvero della mobilità articolare: la distensione del tessuto fasciale determina, infatti, una maggior libertà articolare.
  3. Recupero della forza e riduzione di sintomi connessi a neuropatie periferiche (tunnel carpale, sciatalgia ecc..), nelle quali il nervo imbrigliato in un tessuto fasciale contratto, riduce la propria funzionalità.
  4. Riduzione di sintomi viscerali non connessi a una patologia conclamata, ma indotti o mantenuti da tensioni mio-fasciali (reflusso gastroesofageo, gastrite, colon irritabile, dolori mestruali, cistiti, cefalea, emicrania ecc..)
  5. Riduzione di condizioni di stress, ansia e stati depressivi attraverso una stimolazione del sistema nervoso autonomo (nervo vago in primis).

 

La manipolazione fasciale può avere effetti indesiderati?

E’ possibile che il paziente, dopo il trattamento, avverta dolore sui punti manipolati,  dolore che svanisce in massimo 72 ore.

I soggetti con fragilità capillare possono sviluppare ematomi in seguito alla manipolazione.

Come per qualsiasi trattamento fisioterapico, è bene non trattare pazienti con febbre.

Nelle donne in gravidanza è opportuno non trattare la zona mediale degli arti inferiori, che può avere maggiore influenza sul pavimento pelvico.

 

 

 

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