Sindrome del tunnel carpale

CHE COS’È LA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE?

 
La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia periferica piuttosto diffusa a carico del nervo mediano che dal braccio raggiunge la mano. Al livello del polso il nervo mediano corre attraverso uno stretto passaggio, il tunnel carpale appunto: se, per cause che possono essere diverse, l’ampiezza o il contenuto di questo canale si modifica, il nervo ne risulta compresso o irritato e ne scaturisce la sindrome del tunnel carpale.
 

TUNNEL CARPALE SINTOMATOLOGIA

 
La sindrome del tunnel carpale si manifesta con alcuni sintomi tipici, graduali e variabili nel corso del tempo:

  1. Dolore alla mano e/o al braccio soprattutto notturno, che può irradiarsi fino alla spalla.
  2. Formicolio e intorpidimento delle dita della mano, in particolare delle prime quattro dita, in cui a volte si può avvertire anche la sensazione di una scossa elettrica.
  3. Debolezza e insensibilità a livello della mano e soprattutto delle dita, che possono avere effettivamente una presa più debole.

 

TUNNEL CARPALE CAUSE

 
La sindrome del tunnel carpale si associa a molteplici condizioni:

  1. Fattori anatomici: fratture del polso o malattie che determinano deformità ossee, possono restringere il tunnel carpale con conseguente compressione del nervo mediano. In alcuni casi un tunnel carpale di ampiezza ridotta può essere semplicemente una caratteristica congenita: per tale motivo le donne – che presentano un tunnel carpale più piccolo rispetto agli uomini – sono più soggette a questo disturbo.
  2. Patologie che danneggiano i nervi, come il diabete, sono un fattore di rischio anche per il nervo mediano.
  3. Malattie infiammatorie, come l’artrite reumatoide, possono infiammare la guaina che riveste i tendini e di conseguenza comprimere il nervo mediano.
  4. Altre condizioni, patologiche o meno, aumentano il rischio di andare incontro a questa sindrome, per esempio l’obesità, la menopausa, la gravidanza.
  5. Infine – sebbene le evidenze scientifiche non siano univoche – alcune abitudini sembrano facilitare l’insorgenza della sindrome del tunnel carpale, come utilizzare in maniera prolungata strumenti che emettono vibrazioni o svolgere attività che richiedano una ripetuta e continua flessione del polso e delle dita con conseguenti variazioni delle componenti tendinee.

 

COME SI DIAGNOSTICA?

 
In caso di sintomatologia quale quella sopra descritta è opportuno rivolgersi a un medico ortopedico o a un fisiatra o a un neurologo. La diagnosi avviene essenzialmente con l’anamnesi del paziente: la raccolta dei segni clinici e delle condizioni di salute generali, volta a valutare i fattori di rischio presenti, permettono in genere di giungere alla diagnosi.

A livello di accertamenti strumentali, lo specialista può prescrivere

  1. Radiografia: per confermare la diagnosi o escludere altre patologie
  2. Elettromiografia e Elettroneuromiografia: esame che registra l’attività elettrica dei muscoli e la velocità di conduzione permettendo di rilevare alterazioni imputabili a lesione del nervo mediano
  3. Analisi di laboratorio per verificare la presenza di altre patologie (per esempio, malattie infiammatorie, diabete ecc.)

 

COME SI CURA LA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE?

 
A seconda dell’intensità della sintomatologia e del grado di gravità dei disturbi della patologia si possono adottare strategie terapeutiche differenti.

Il primo intervento generalmente prevede l’uso di un tutore (polsiera) che protegge il nervo mediano dalle sollecitazioni. Oltre all’uso del tutore è prevista una riduzione temporanea dei movimenti che impegnano il polso e la mano.

Al paziente vengono solitamente anche somministrati per un periodo limitato farmaci antinfiammatori, i modo da ridurre dolore e infiammazione. Nei casi più gravi lo specialista può prescrivere con prudenza iniezioni di corticosteroidi direttamente al livello del polso o iniezioni di ossigeno-ozono nel canale del carpo.

La terapia occupazionale della mano e la fisiokinesiterapia sono un’ulteriore opzione che si associa agli altri trattamenti.

Nei casi più gravi, che non traggono giovamento dalle altre terapie, il paziente può essere sottoposto a intervento chirurgico. Rimuovendo la causa della compressione, generalmente la chirurgia risolve il problema in via definitiva.

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