Che cos’è la DTC (DIATERMOCOAGULAZIONE)?
La diatermocagulazione, o elettrocoagulazione, è una metodica utilizzata in dermatologia per trattare determinate affezioni della cute, in genere formazioni benigne di piccole dimensioni.
La tecnica consiste, attraverso un elettrobisturi, nell’asportare delle porzioni di tessuto utilizzando una corrente elettrica ad alta tensione, che permette di incidere e cicatrizzare la cute. L’intervento si esegue attraverso un diatermocoagulatore che genera una corrente elettrica a impulsi. Lo strumento è composto da due elettrodi (catodo e anodo) che permettono la circolazione della corrente. Un elettrodo di grande dimensioni (anodo) è messo a contatto con il corpo, l’altro (catodo) afferisce a un manipolo piccolo e appuntito come un bisturi.
Applicato sulla zona da trattare, il manipolo trasferisce la corrente elettrica all’epidermide e produce un’ustione superficiale che permette di tagliare e cicatrizzare il tessuto cutaneo. La funzione di incisione o cicatrizzazione dipende dalla frequenza e dall’intensità della corrente elettrica, che possono essere adeguatamente regolate dallo specialista.
Quali sono le sue applicazioni?
La diatermocoagulazione viene abitualmente utilizzata, per esempio, per la rimozione di:
- verruche
- fibromi
- alcuni tipi di angiomi
- cheratosi seborroica o attinica
- capillari venosi ectasici
- condilomi
Nonostante sia un intervento sicuro, la diatermocoagulazione può provocare dolore e sensazione di bruciore, per cui generalmente viene effettuato in anestesia locale.
L’intervento ha una durata variabile: a seconda dell’affezione da trattare, può richiedere da pochi minuti fino a mezz’ora. Una volta terminato l’intervento il paziente può tornare subito alle abituali attività quotidiane, avendo però l’accortezza di medicare la parte trattata con regolarità secondo le indicazioni dello specialista ed evitando di esporre la zona a traumi, sfregamenti e raggi UV per un adeguato periodo di tempo.
Nei giorni successivi all’intervento sulla zona trattata si formerà una crosta: per non rischiare la comparsa di cicatrici visibili è necessario non rimuoverla ma attendere che cada spontaneamente, generalmente nell’arco di una o due settimane.
La diatermocoagulazione è una metodica utilizzata ormai da lungo tempo e ampiamente testata, con risultati efficaci e scarse controindicazioni. Gli effetti indesiderati sono piuttosto rari, ma in alcuni casi la sede dell’asportazione può essere soggetta a iperpigmentazione (diventando più scura) o ipopigmentazione (risultando più chiara della cute circostante). In alcuni casi, vi si può formare una cicatrice cheloide (che va oltre i margini della ferita e risulta in rilievo, scura e pruriginosa).
Controindicazioni
La diatermocoagulazione va evitata o valutata con estrema attenzione in caso di:
- pazienti portatori di peacemaker o altri stimolatori elettrici
- patologie cardiache gravi e/o disturbi della coagulazione;
- terapie con anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici;
- infezioni cutanee;
- patologie neoplastiche.